Roberta, Cristiano, Sara, Fabio

GIORNO 1

Clonmacnoise-Clifden- Connemara-Galway
Ostello: Sleepzone, Bothar na mBan, Galway

Lasciata la periferia di Dublino alla spalle, ci dirigiamo verso la nostra prima tappa: il Monastero
di Clonmacnoise. Questo complesso monastico, uno dei luoghi sacri più famosi d’Irlanda, è situato
sulle rive del fiume Shannon e si presenta come un vasto prato in cui spiccano croci celtiche, la
cattedrale e innumerevoli monumenti sepolcrali. La vista è suggestiva e si respira a pieni polmoni
l’atmosfera gaelica, con le sue antiche e affascinanti tradizioni.
Ripresa la marcia, giungiamo a Clifden, dove pranziamo presso il Boardwalk Cafè, con una vista
impagabile sul mare e sulla costa frastagliata. Passeggiando, cogliamo l’imponenza delle due chiese
che sovrastano la cittadina e di come oceano e monti si incontrino proprio a Clifden. Ripresa l’auto,
imbocchiamo la R336, una suggestiva strada poco trafficata, da cui si può ammirare la vastità del
Connemara. Distese incontaminate di torbiere, laghetti, brughiere, giungono fino al mare e
riempiono il cuore di gioia, tanto che anche il meteo ha percepito la nostra ammirazione per questo
paesaggio squisitamente irlandese e, a pomeriggio inoltrato, ci ha donato il primo raggio di sole
della giornata. Verso sera giungiamo a Galway. Affamati, ci dirigiamo verso il centro e,
ricordandomi il ristorante dove avevo mangiato tre anni prima, conduco l’allegra combriccola da
Finnegan’s. La taverna è in una tipica casa medievale del 1500 e ha un aspetto caldo e accogliente.
Il menù offre piatti tipici, porzioni abbondanti e prezzi contenuti. Per gli amanti, consiglio di
provare la Galway Hooker, la birra del posto. La passeggiata post cena ci permette di cogliere i
colori del tramonto sul porto e di incontrare una foca nuotare placidamente tra le piccole barche
ormeggiate (un’emozione unica per i biologi come me poterle vedere il muso così vicino da
scorgere le vibrisse).

GIORNO 2

Cliff of Moher-Doolin- Lisdoorvarna
Ostello: The Burren, Kincora Road, Lisdoorvarna

Il secondo giorno, complice la mattinata soleggiata, è dedicato alla visita delle Cliff of Moher.
Questo angolo d’Irlanda è uno dei più gettonati tra i turisti ma anche una delle attrazioni più
imponenti alla cui vista è quasi impossibile non emozionarsi. Immense scogliere di decine di metri
si tuffano nell’Oceano Atlantico, in un perfetto miscelarsi di colori tra il verde dei prati, il grigio
delle rocce e il blu del mare. Il pomeriggio ci regala una delle sorprese migliori della vacanza: il
paesino di Doolin e il suo porticciolo. Doolin è veramente piccolo ma assai grazioso e colorato,
tuttavia il vero spettacolo è vicino al porto: un pavimento naturale calcareo a strapiombo sul mare.
Un paesaggio unico e non molto frequentato, dove ho lasciato un pezzo del mio cuore.
L’ultima tappa è rappresentata da Lisdoonvarna, piccola località termale. Il paesino è minuscolo
ma nonostante questo, The Roadside Tavern offre dell’ottimo cibo in un bell’ambiente irish. Da
provare il salmone affumicato locale e la seefood chowder, una zuppa vellutata di pesce.

GIORNO 3

Burren-Ballyvaughan- Ennis-Limerick
Albergo: The Pier Hotel, Sarsfield Bridge, Limerick

Le condizioni meteo proibitive ci hanno costretto a rinunciare alla visita alle Isole Aran poiché la
navigazione è sospesa. La prima tappa nella regione del Burren è l’immensa e bellissima Fanore
Beach, una spiaggia oceanica e tipicamente nordica. La strada ci conduce ad osservare anche il
Black Head Lighthouse, un faro abbastanza deludente per quanto riguarda l’architettura ma
compensato da un entusiasmante paesaggio circostante. Arriviamo a Ballyvaughan, un piccolo
paese con porticciolo. Procediamo verso il Dolmen di Poulnabrone e abbiamo modo di ammirare
il paesaggio mozzafiato del Burren nella sua vera essenza: pochissime persone in giro in una
mattinata di pioggia torrenziale. La sensazione è quella di fare parte di qualcosa dove l’uomo è solo
spettatore, i veri padroni sono la natura incontaminata e le pecore tutto intorno; semplicemente
emozionante. Il nostro itinerario improvvisato, vista la modifica del mattino, ci porta a fare una
tappa non prevista in una cittadina che ci ha lasciato meravigliati: Ennis. Facciamo fatica a trovare
parcheggio e questo ci stupisce molto, ma la spiegazione c’è: è in corso il tradizionale Fleadh,
evento di musica tradizionale ed Ennis ne è la capitale. La città è invasa di musicisti e se ne trovano
a dozzine in ogni via del centro e nelle piazze ci sono palchi per le esibizioni di musica e danze
tradizionali. La sorpresa si mischia all’entusiasmo e ci ritroviamo a ballare e battere le mani a
tempo di musica per tutto il pomeriggio.
Solo a pomeriggio inoltrato, a malincuore, lasciamo Ennis per dirigerci a Limerick. Limerick è la
terza città irlandese e non offre particolari attrazioni da visitare. Il modo migliore per vederla è
passeggiare lungo il fiume Shannon, ammirando il King John’s Castle e dirigersi verso il centro,
caratterizzato sia da viuzze che da vialoni trafficati. Mi sento di consigliare la Glen Tavern, dove
ceniamo con piatti goduriosi e abbondanti, come le pork apple sausages con anelli di cipolla fritti e
patate.

GIORNO 4

Killarney National Park-Ring of Kerry-Killarney
Ostello: 3 Lakes Hostel, Cork Road, Killarney

Il quarto giorno è prevista una gran quantità di km da macinare con la macchina. Arriviamo al
Killarney National Park e la prima tappa è la Muckross Abbey, uno dei maggiori siti ecclesiastici
del sud dell’Irlanda. Proseguendo attraverso il parco, immersi in una natura quasi mistica, arriviamo
prima Torc Waterfall e poi ad un punto panoramico chiamato Lady’s view. Il Lady’s view merita
assolutamente una sosta, siccome offre una vista mozzafiato sulle montagne che circondano il parco
e i laghi di cui è costellato.
Una volta usciti dal parco, ci buttiamo nel Ring of Kerry, dove ci fermiamo per pranzo a Sneem.
Il paese è piccolo ma, come spesso capita in Irlanda, colorato e grazioso. Il ponte offre la vista su un
tratto suggestivo del fiume, con le acque così scure (per via del colore delle pietre del letto) che si
dice che in realtà scorra Guinness. La strada offre pressoché infiniti scorci in cui varrebbe la pena
fermarsi, uno di questi è sicuramente il Comakista Pass, un punto panoramico sulle alture del Ring
che permette una vista spettacolare e senza confini sulle coste frastagliate e gli isolotti antistanti.
Proseguiamo verso Waterville, la località balneare degli irlandesi e, in passato, anche di Charlie
Chaplin. È un tranquillo paesino, in una baia circondata da scogliere non imponenti ma a loro modo
suggestive. L’ultima tappa del Ring è rappresentata da Cahersiveen, una cittadina che non mi ha
entusiasmato, ma dopo tanti km in auto una pausa era necessaria.
Puntiamo Killarney, punto di inizio e di fine per la nostra esplorazione della Penisola di Iveragh.
Alla sera visitiamo la cittadina, molto carina e vivace, una vera perla. Ceniamo all’ O’Connors
traditional pub con musica dal vivo e buon cibo. L’atmosfera è fantastica e l’allegria contagiosa.

Giorno 5

Kenmare-Mizen Head-Barley Cove-Cork
Appartamento: Isaacs Cork, Maccurtain Street 48, Cork

Il giorno per me più atteso dell’intera vacanza è finalmente giunto. Il tempo non promette niente di
buono e temiamo che possa intralciare nuovamente i nostri piani. Partiamo sotto una pioggia
incessante e ci dirigiamo a Kenmare, la capitale gastronomica del sud-ovest. La cittadina,
nonostante il grigiore della giornata, ci risolleva l’umore con fiori su ogni balcone e le casette del
centro dipinte con colori vivacissimi. Ripresa la strada ci dirigiamo verso la Mizen Peninsula e man
mano che ci avviciniamo all’oceano, la nebbia si infittisce. Imperterriti, raggiungiamo Mizen Head,
l’eccitazione è massima e nel momento in cui si è presentato davanti lo spettacolo naturale, il fiato
mi si è mozzato in gola. Un ponte sospeso tra scogliere altissime e selvagge domina la costa
rocciosa. Arrivati sul ponte (esclusivamente pedonale), la sensazione è stata quella di essere sospesi
nel vuoto con il mare in tempesta sotto i nostri piedi e la nebbia tutt’attorno. Un esperienza unica in
un luogo magico con il tempo tipicamente irlandese. Ripensandoci, mi si riempiono gli occhi di
lacrime per la troppa gioia.
Lasciato alle spalle questo angolo di Irlanda, ci fermiamo a Barley Cove, una spiaggia oceanica,
soggetta a forti maree. Noi la troviamo nella fase di bassa marea e possiamo
camminare per km sulla sabbia e superare la duna che ci divide dal mare.
Esiste una passerella molto curiosa, con la bassa marea è appoggiata sulla
sabbia, quando la marea sale, comincia a galleggiare e permette di raggiungere
la duna senza nuotare. Con la giornata nebbiosa, il paesaggio è lunare e si
percepisce la grandezza di madre natura. Arriviamo a Cork a sera inoltrata. Il
tempo per visitare la città non c’è e ci ritroviamo al Thomond Bar, un pub tutto
dedicato allo sport, un paradiso per gli sportivi e per le buone forchette.

GIORNO 6

Cork-Cobh- Cashel-Kilkenny- Dublino
Ostello: Generator Hostel, Smithfield Square, Dublino

Sveglia alle 6:30 per poter girare per Cork con le luci della prima mattina. Cork è una piacevole
grande città, la seconda in Irlanda, e meriterebbe una sosta più prolungata. Ripresa l’auto, ci
dirigiamo verso la cittadina di Cobh per fare colazione e poter dire di essere stati nell’ultimo porto
dove il Titanic si è fermato prima di intraprendere la rotta oceanica. Cobh è molto graziosa, con la
cattedrale a ridosso del mare, il lungomare ben tenuto, le casette colorate e verdi giardini: una tappa
improvvisata e molto appagante.
(NB: mi sento di consigliare Coffee Cove per la colazione: ambiente intimo e casalingo, le signore,
gentilissime, preparano Irish breakfast sul momento e anche i tipici scones sono fatti da loro, serviti
tiepidi e con una deliziosa marmellata di lamponi).
Ripresa la marcia, puntiamo la Rock of Cashel, una suggestiva costruzione religiosa vicino al paesino di Cashel.
Come per il Monastero di Clonmacnoise, anche in questo luogo magico si respira la vera essenza irlandese, con le sue
tradizioni e leggende millenarie. Nel primo pomeriggio raggiungiamo Kilkenny, vivace cittadina,
grazie alla sua impostazione medievale: piccole vie e vicoli su cui troneggia l’imponente castello.
Percorriamo il centro storico di Kilkenny, dal castello medievale con il suo infinito parco, al
birrificio dove è prodotta la celebre birra Smithwicks, dal Butter Lane (vicolo del burro in età
medievale, dove un simpatico cartello ci ricorda che il pavimento potrebbe essere ancora scivoloso)
fino a giungere alla bellissima Saint Canice’s Cathedral, un vero gioellino per chi ama il gotico
puro. Lasciata Kilkenny, ci dirigiamo verso l’aeroporto di Dublino, dove lasciamo l’auto. Il viaggio
è insolitamente silenzioso, consapevoli che ormai l’avventura on the road volge al termine e non ci
resta che goderci due giorni di relax a Dublino.
Durante la serata a Dublino ritorna il buon umore e la spensieratezza, grazie all’atmosfera del
Brazen Head Pub, il pub più antico della città. Passeggiamo lungo il fiume per ammirare i
caratteristici ponti dublinesi illuminati, ci addentriamo nel caratteristico quartiere di Temple Bar
fino a raggiungere la statua di Molly Malone (che inspiegabilmente io non avevo visto nella mia
precedente vacanza irlandese). Esausti, torniamo in ostello, che consiglio vivamente: moderno,
pulito e con una bella atmosfera gioviale.

GIORNO 7

Dublino

Di Dublino non c’è molto da dire che non sia già stato detto. È una capitale che non ha perso la sua
caratteristica capacità di rimanere a misura d’uomo. È un piacere girarla senza mappa, facendosi
guidare dall’istinto. Architettonicamente non ha pregi particolari ma rimane, per me e immagino per
molti altri, una delle città europee preferite. Sarà l’atmosfera, l’aria irlandese, l’apertura dei cittadini
verso gli stranieri… non lo so… ma è una città magica. Consiglio di visitare la Guinness
Storehouse, interamente dedicata al mondo della Guinness ma il mio angolo di Dublino preferito
rimane Merrion Square. Girate Dublino senza affanno, è un piacere già solo camminare a zonzo e
cogliere la magia di questa città.

GIORNO 8

Alessandria (Italia)

Scendiamo dall’aereo. Veniamo sopraffatti dall’afa di agosto che ha preso il posto della freschezza
irlandese. La vacanza è finita.

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